Ore 8.30 del mattino di una calda domenica di fine ottobre in Veneto.
“Mamma cosa facciamo oggi?” Panico! Non lo so. Non sono preparata. “Ho bisogno di un caffè doppio, poi ne parliamo”.
Occhi chiusi > dito su GoogleMaps > CAORLE…oggi si va al mare!
Come sempre ogni viaggio, anche breve, diventa una scoperta.
Infatti quelle che oggi sono terre coltivate, meno di un secolo fa erano paludi. Una gigantesca distesa di terre sommerse da acque “meschizze”, cioè salate e dolci mescolate. Oltre 300 chilometri quadrati dove gli unici centri urbani erano Grisolera (poi Eraclea) e Cavazuccherina (poi Jesolo). Solo nel 1922 in occasione del Congresso nazionale delle bonifiche si concordò l’intervento statale. Prima di quella data la bonifica fu prevalentemente affidata ai privati.
Questo territorio, che da Padova dista poco più di un’ora, è stato un incredibile laboratorio ambientale sul quale sono state sperimentate nuove tecnologie, scavati canali e piantati alberi per ridare terre ai contadini e debellari la malaria.
Il duomo di Caorle
Il duomo fino al 1807 è stata cattedrale e sede vescovile. Particolare il suo campanile cilindrico e sormontato da cuspide conica, in stile romanico, della stessa epoca.